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Biancanera ed io, "in diretta" sul web di Mario Barcherini Pagina 4 Caso di innammoramento Bambino-Maestra
Qualche giorno dopo: Terzo Incontro Aspetto un'ora oltre quella dell'appuntamento ma lei non si vede, provo a chiamarla sul cellulare ma è irraggiungibile, mi ricordo che in quel punto è per via del mio che 'prende poco', per colpa della mia Compagnia Telefonica; sto per andarmene quando la vedo sbucare in fondo al corridoio e: "Mi scusi, mi spiace che ha dovuto aspettare tutto questo tempo, ho provato a fare il suo numero ma non sono riuscita a connettermi..." Mi convince, non crederei ad una sua bugia neanche se la sentissi mentre la dice: "Ma che scherza Dottoressa? Non mi deve nessuna scusa, sono cose che succedono, cominciavo a pensare di essermi sbagliato sull'ora e, in fin dei conti, l'attesa mi è stata molto utile perché ho meditato su cose molto interessanti che forse non mi sarebbero più venute in mente..." Si scusa ancora, la sua gentilezza non ha confini, questa cosa mi tocca; va avanti rispondendo ai tanti miei quesiti tra i quali "mi boccia" quello per cui speravo di poter realizzare una stufa a legna con decine di migliaia di termocoppie, in grado di produrre energia per ricaricare un notebook o almeno un piccolissimo trasmettitore mobile. Non è difficile intuire che le sue prestazioni scientifiche sono molto richieste e, per paura di perderle, sempre sicuro che il sistema migliore per prevenire questo, sia l'umorismo, mi dico che è forse la volta buona per farla ridere con qualche sketch, so che per avere successo è fondamentale che io stia molto serio nel farlo, quindi cerco di concentrarmi al massimo ma non riesco a trovare la giusta ispirazione e decido che mi conviene rinviare ancora la mia esibizione se questa debba essere meccanica e non spontanea: il primo sarebbe stato: "Come procedono i suoi esperimenti con i Neutrini? Guardi Prof. che ho saputo che questi piccolissimi ed invisibili esserini, sono debolissimi e buonissimi d'animo, si reggono a mala pena in piedi ed io mi commuovo e mi dispiace pensando che lei li usa come bersagli, considerando che ho anche scoperto che i Nucleoni, al contrario molto cattivi, li fanno lavorare duramente dalla mattina alla sera trattandoli né più né meno che come schiavi e addirittura li usano come scudi quando lei colpisce il loro villaggio..." E questo il secondo: "L'ammiro molto per il suo non lodarsi per le sue conoscenze, anch'io ho scelto di apparire il più umile possibile, ad esempio il fatto che io abbia dei piedi bellissimi non lo vado a sbandierare ai 4 venti..." Torno a casa, come al solito molto contento dopo le lezioni avute da lei, per normali motivi di soddisfazione, dovuti alla sensazione che riuscirò a mettere in pratica i miei sogni tecnologici; la sera, gironzolando all'interno della mansarda in cui abito, naturalmente, senza una spiegazione, penso: "Quant'è dolce..." Poi, meravigliandomene io stesso, scherzando: "Oh, Mario, che ci risiamo per caso?" Col passare delle ore, quello che lì per lì sembrava essere una sorta di piccolo e curioso evento fuggente di normale amministrazione, si stava trasformando lentamente in qualcosa di serio... Via via mi ripetevo: "Ma... ti rendi conto spero... vero? Non se ne parla neanche... sono troppi... Precedentemente almeno erano 25... beh, 'stiamo migliorando', non trovi?" Mi parlo sempre meno per scherzo fino a che il giorno dopo comincio, senza ancora rendermene quasi conto, a scrivere il testo di una canzone dal titolo: "Mai ti dirò che t'amo..." In cui si parla di bambini dell'Asilo e delle Scuole Elementari che si innammorano delle Maestre ed altre cose 'pazzesche' di questo genere... Nella mia testa 'malata' cominciano a materializzarsi delle 'strane' convinzioni, come che alla fin fine, per esempio, Alain Delon e Celentano, pur avendo 15 anni più di me, hanno tra le teenagers, delle ammiratrici che farebbero follie per loro, che al giorno d'oggi sono cose che non hanno più niente di eclatante, quella classica che l'amore non ha tempo e così via... La ragione però non mi abbandona e, da un lato, comincio a costruire in me la forza di non dirle che la amo, per non compromettere l'importante rapporto di lavoro che ho con lei ed i benefici per il Mondo e da un altro lato: " E se, incredibilmente, anche lei fosse innammorata di me?" Da questi due pensieri contrastanti, di cui uno frutto della mia mente 'distorta', nasce l'idea di dirle tutto, indirettamente via web. |
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